Lettera di Manabatarhunta di Seha al re ittita Muwatalli II.

In questa lettera scritta intorno al 1285 a.C. il re di Seha sulla costa dell'Asia Minore si lamenta presso il re ittita delle attività aggressive che un certo Pijamaradu (probabilmente nipote del re spodestato di Arzawa), esercitava su tutta la costa e in particolare contro Troia, accusandolo di rapimento di manodopera e di trovare rifugio con i prigionieri a Millawanda (Mileto).
Mentre le truppe ittite stanno per arrivare (in aiuto di Manabatarhunta) viene attaccata anche l'isola di Lazba (Lesbo) e Pijamaradu si rifugia di nuovo a Mileto, consegnando i prigionieri ad Atpa, il "re" di Mileto, imparentato anche con dinastie anatoliche.

  Lettera di Hattusili III al "Re degli Achei".

Il destinatario della lettera viene chiamato, forse blandendolo, Re degli Achei, ma in realtà non si è ancora sicuri sulla sua persona e se effettivamente gli Ittiti credessero di interloquire con un "primus inter pares" (un Agamennone per intendersi).
Nel XIII sec.a.C. l'Impero Ittita è scosso nella sua parte occidentale da rivolte degli stati vassalli: è iniziato il suo smembramento ed esso cerca in ogni modo di calmare le tendenze separatiste. Lo stato micenizzato di Ahhijawa, forse già esteso in Cilicia non aveva di per se una grande importanza strategica e commerciale, mentre invece interessava la Grecia per l'esportazione di prodotti verso l'Oriente. Tuttavia le perdite territoriali fanno sempre dolore..intorno al 1320 a.C. la città era stata riconquistata dal re hittita Mursili II dopo il suo sostegno alla ribellione dello stato di Arzawa. Non si sa come gli Ahhijawa abbiano riottenuto il controllo. Nella lettera, chiamata anche lettera di Tawagalawa (Etewoklewes in greco), dal nome di un personaggio citato nel testo, il sovrano ittita prega il re degli Achei con le seguenti parole:

   ..Inoltre egli (Pijamaradu) dice sempre: "voglio andare nella terra di Masa oppure nella terra di Karkija, ma voglio lasciare i prigionieri, mia moglie e i miei figli qui (a Mileto)"! Secondo queste voci la tua terra (Ahhijawa) gli accorda la protezione per sua moglie, i suoi figli e tutto il suo seguito. Ma lui (Pijamaradu) porta continuamente disordini nella mia terra. E ogni volta che io cerco di contrastarlo, lui trova protezione presso di te! Sei tu, mio fratello, forse favorevole a questo suo comportamento?
   Perciò, mio fratello, se non lo sei, scrivigli, almeno, in queso modo...

La lettera continua con il testo del messaggio che il Re degli Achei avrebbe dovuto scrivere a Pijamaradu..
Di sicuro in questa lettera c'è solo il tentativo di Hattusili III di coinvolgere il suo corrispondente nell'arginare le attività piratesche di Pijamaradu, tutto il resto è supposizione..:Non si è sicuri sull'identità di questi Ahhijawa, se con questo nome venissero indicati solo i Greci "continentali" (riservando il nome Hijawa ai greco-cretesi della Cilicia) e corrispondentemente non si riesce a capire se il re ittita si rivolga al re di Tebe, per esempio, oppure al re attualmente al potere in Millawanda. Lo studio di A.M. Jasink citato nella pagina Nobili, notabili,.. purtroppo non aiuta molto a chiarire il problema
Comunque penso che chiamare l'interlocutore "mio fratello", mettendolo sullo stesso piano dei regnanti egizi, assiri e altre dinastie orientali, presupponesse qualcosa di più di uno stato "micenizzato" nel sud-ovest anatolico. Non è chiaro specialmente il rapporto politico tra Mileto e il mondo miceneo continentale. Si può essere sicuri che le lavoratrici delle tavolette, indicate con nomi etnici anatolici, fossero quelle rapite da Pijamaradu?

Per l'informazione generale si può cercare Wikipedia sotto i nomi dei vari protagonisti citati in questa pagina.

...................continua.

..ritorna alla pagina  Nobili, notabili..